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Disastro sulla Val Padana: i tornado del 3 Maggio 2013

13:30
3 maggio 2025

Cronaca Meteo
Disastro sulla Val Padana: i tornado del 3 Maggio 2013

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Era il 3 maggio 2013 quando un pomeriggio di primavera si trasformò in incubo per molte zone della pianura emiliana. In poche ore, un sistema temporalesco di intensità eccezionale scatenò una sequenza di tornado che, per dinamica e violenza, ricordava più le praterie del Midwest americano che il cuore della Pianura Padana. Le province di Modena, Bologna e Ferrara vennero colpite da tre vortici generati da due supercelle temporalesche: si trattò di un raro fenomeno di outbreak tornadico, con venti che in alcuni tratti toccarono i 260 km/h. Campi devastati, capannoni scoperchiati e abitazioni danneggiate costrinsero oltre cento persone a lasciare le proprie case, con danni stimati tra i 25 e i 30 milioni di euro.

A innescare questo scenario estremo fu un mix atmosferico raro per le nostre latitudini: correnti calde e umide provenienti dal Nord Africa si scontrarono con una linea secca appenninica, mentre in quota una corrente a getto e aria instabile di origine atlantica completarono un quadro da manuale per la formazione di tornado. Un equilibrio instabile che, quando viene alterato, può generare eventi violenti e imprevedibili anche in territori generalmente considerati a basso rischio.

A distanza di anni, quel giorno resta inciso nella memoria collettiva non solo per la forza distruttiva del fenomeno, ma per la lezione che ha lasciato: anche in Italia, e in particolare nella Pianura Padana, i tornado non sono più un’eccezione impensabile. L’evento del 2013 ha spinto meteorologi, istituzioni e cittadini a guardare con più attenzione al rischio convettivo, facendo crescere la cultura della prevenzione e dell’allerta meteo. Un promemoria ancora attuale, in un contesto climatico dove l’eccezionalità tende sempre più a diventare normalità.

Andrea Mastropasqua
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