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Biomass: il nuovo satellite ESA che svela i segreti delle foreste

16:30
3 maggio 2025

Curiosità e Didattica
Biomass: il nuovo satellite ESA che svela i segreti delle foreste

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È partito dallo spazioporto europeo in Guyana francese il satellite Biomass, la nuova missione dell’Agenzia Spaziale Europea pensata per approfondire il ruolo delle foreste nel ciclo del carbonio. Il lancio è avvenuto il 29 aprile alle 11:15 (ora italiana) grazie al razzo Vega-C, che ha portato in orbita il satellite in meno di un’ora. Poco dopo, dalla stazione antartica di Troll, è arrivata la conferma che Biomass è pienamente operativo. Ora inizia una delicata fase di verifica dei sistemi, compreso il dispiegamento dell’imponente riflettore di 12 metri supportato da un braccio meccanico di 7,5 metri.

Questo nuovo osservatore spaziale è il primo dotato di un radar in banda P, capace di penetrare attraverso le nuvole e la fitta copertura forestale per analizzare direttamente il legno – tronchi, rami e fusti – dove si concentra la maggior parte del carbonio assorbito dalle piante. L’obiettivo è misurare con precisione quanta CO₂ viene stoccata nelle foreste e monitorarne i cambiamenti, offrendo dati fondamentali per comprendere quanto queste aree verdi contribuiscano a rallentare il riscaldamento globale. Ogni anno le foreste assorbono circa 8 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, ma la deforestazione e il degrado ambientale rilasciano parte di questo carbonio, aggravando la crisi climatica.

Grazie a Biomass sarà finalmente possibile ottenere mappe dettagliate sulla quantità di carbonio presente nelle foreste, riducendo l’incertezza che finora ha ostacolato le analisi climatiche e le politiche ambientali. I dati raccolti saranno utili anche per valutare gli effetti dei cambiamenti nell’uso del suolo e per approfondire la conoscenza dell’ambiente naturale, incluso l’impatto sulla biodiversità. Oltre alle foreste, il radar potrà essere impiegato anche per studiare la struttura del suolo in aree desertiche e sotto le calotte glaciali, aprendo così nuove prospettive nell’osservazione del nostro pianeta.

Andrea Mastropasqua
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